Attività | Merano & dintorni - Val Venosta
Attraverso il cuore del Gruppo di Tessa all'Alpenrosensteig
Le escursioni di più giorni stanno diventando sempre più popolari.
Chi decide di intraprendere un'escursione di questo tipo deve essere in forma e avere un buon compagno di escursione, oltre ad avere esperienza di montagna e passo sicuro.
Decidiamo di fare un'escursione molto interessante: attraversiamo il cuore del Gruppo di Tessa, cambiamo valle e per concludere prendiamo il sentiero Almenrosenweg.
Giorno 1
L'inizio dell'escursione è sopra la baita Hochfirst, sulla strada per il Passo del Rombo. Si cammina in direzione della Seeberalm e si attraversa il torrente a sinistra nella valle posteriore della Seeber, fino al Grubjoch, a 2661 m di altitudine. Qui si tiene la destra e si sale verso il Rauhjoch. Si continua a camminare lungo una parte dell'Alta Via Tiroler Höhenweg fino al bivacco Raujoch. Sembra che sia atterrato un UFO. Il maltempo si avvicina e troviamo riparo in questo box di alluminio a 6 angoli con cupola di vetro. Si scatenano venti di burrasca, rovesci e fulmini. Lo spettacolo naturale finisce presto e possiamo tornare esplorare l'area intorno alla nostra "base lunare". La toilette è incredibile, fatta di pietre e rete metallica (adatta solo ai più agili), e con una vista unica sul Tschigat in lontananza. Visitiamo la vicina sorgente per fare il pieno d'acqua e andiamo a dormire. Il primo giorno è stato un inizio ideale con un tempo di percorrenza di 5 ore. La lunghezza è stata di circa 13 km, con 1200 m di dislivello in salita e 460 m in discesa.
Giorno 2
La notte nel bivacco è stata confortevole e ora ci godiamo l'alba. In lontananza possiamo già vedere la nostra meta del giorno: il rifugio Stettinerhütte. Ci aspettano altre 6,5 ore di cammino, con un percorso di 14 km, 1200 m di dislivello in salita e 1050 m in discesa. Il bivacco si trova a 2700 m e il rifugio Stettinerhütte circa 150 m più in alto, ma questa tappa è un continuo saliscendi. All'inizio, dal bivacco si scende ma poi si torna a camminare in su fino al rifugio Zwickauerhütte. I miei ricordi con mio padre sono che allora dovemmo attraversare un ghiacciaio per raggiungere il rifugio, alto quasi 3.000 metri, ora di quello rimane solo un campo di ghiaia. Dietro il rifugio, brilla il Planferner. Quanto tempo passerà prima che anch'esso scompaia? Accanto al rifugio, la via ferrata conduce al vicino Seelenkogel, una salita di circa un'ora. Rinfrancati dalla pausa in rifugio e scendiamo di nuovo per circa 600 m per poi avventurarci nella lunga salita al Stettinerhütte. A questa altitudine si raccomanda una buona protezione solare e più applicazioni durante l'escursione. Finalmente arriviamo al rifugio Stettinerhütte, un rifugio è parzialmente distrutto da una tromba d'aria e da una valanga in inverno di cui si sta progettando la ricostruzione (n.d.t. nel 2017). Finché non sarà terminata, vi si potrà pernottare in tenda. Ma i gestori del rifugio non si scoraggiano e sfruttano al meglio questa situazione di emergenza. Prendiamo l'ultima stanza rimasta e ci mettiamo a letto, stanchi morti.
Giorno 3
Le previsioni danno tempo buono e stabile, condizioni ideali per la nostra prossima tappa. Salutiamo il rifugio Stettinerhütte e auguriamo ai gestori di avere un nuovo rifugio già l'anno prossimo. Scendiamo brevemente al lago di cresta e poi saliamo alla Schafschneide. Da qui scendiamo ripidamente fino alla malga Andelsalm, dove poi saliamo a destra sull'Andelsboden fino all'Halsljoch. Nel mezzo incontriamo marmotte, camosci e anche giovani stambecchi che ci osservano increduli mentre sudiamo verso l'alto. Ora continuiamo a salire fino ai 2.998 m dello Tschigat. Questa vetta sarà il punto più alto del nostro tour, e la vista sulla valle dell'Adige fino alle Dolomiti, al Brenta e all'Ortles è travolgente. Anche la discesa non è priva di difficoltà. Qui è necessario avere un passo sicuro e una buona dose di resistenza alle altezze. Superati il lago Milchsee, il Langsee e il profondo Grünsee, prendiamo un sentiero di pietra che ci porta all'Oberkaser. Una volta arrivati e dopo 5,5 ore di cammino, 870 m di salita e 1600 m di discesa, ci accampiamo dopo circa 13 km di cammino e arrampicata.
Giorno 4
Un elicottero ci sveglia al mattino. Qui sull'Oberkaseralm non c'è possibilità di salire con altri mezzi e tutto deve essere trasportato in elicottero. Risaliamo ora il sentiero per il Grünsee e il Langsee, questa volta lasciando Tschigat sulla destra e arrivando alla Hochgangscharte, dove scendiamo ripidamente verso la Hochganghaus. Una sosta a Erlacher Annelies è d'obbligo prima di continuare la salita di Franz Huber. Anche questa salita è esposta e consigliata solo a chi non soffre di vertigini, il sentiero è infatti in parte danneggiato da valanghe e smottamenti. Saliamo fino alla Sattelspitze e da lì proseguiamo lungo il sentiero Franz Huber fino al rifugio Lodner. L'avvicinarsi di un temporale ci costringe a cambiare i nostri piani e scendiamo alla Tablander Alm, dove troviamo riparo prima di proseguire verso il rifugio Nassereith. Lo raggiungiamo dopo 15 km e 6,5 ore di cammino, dopo aver scalato 950 m e disceso 1.550 m. È il rifugio di lusso del nostro tour. Apprezziamo particolarmente la doccia calda e i letti morbidi dopo una cena sontuosa.
Giorno 5
Dopo 4 giorni salutiamo il Gruppo di Tessa e camminiamo per circa 1 ora fino alla stazione di montagna Gigglberg della funivia Texel. Da lì scendiamo con fino a Parcines e da qui alla stazione di Rablà, dove ci aspetta la funivia di Aschbach. Dopo pochi minuti siamo di nuovo in montagna e da Aschbach percorriamo l'Almrosenweg prima verso la Naturnser Alm, poi verso la Zetnalm, passando per la Mauslochalm, e poi la Tablander Alm e la Altalm. Qui si sale al Bärenloch fino a raggiungere la Zirmtalalm con l'omonimo lago dopo 21 km, 8 ore, 1400 m di salita e 750 m di discesa. Via gli zaini, via i vestiti e una rinfrescata in uno dei più bei laghi di montagna. Max, il guardiano del rifugio, ci prepara una cena deliziosa.
Giorno 6
Il pappagallo di Max ci sveglia prima di lasciare la Zirmtalalm, salire ai laghi di Plomboden ed entrare nella Val d'Ultimo. Qui scendiamo oltre i 3 laghi fino alle due Falkomai Alm, dove inizia l'Almrosenweg. Un continuo saliscendi lungo il bellissimo sentiero fino al Rauhen Bühel e scendiamo dal Gabich verso la Bärenbadalm, dove già si intravede in lontananza l'idilliaco Jocher Kirchl. Dopo un ristoro alla Bärenbadalm, iniziamo la discesa finale verso Pavicolo. Qui saliamo sulla Pawigler Bahnl e scendiamo definitivamente a valle. Da lì torniamo indietro lungo l'Aichbergweg fino a Lana. Anche questa giornata è stata dura: 24 km e 8,5 ore di cammino, altri 700 m di salita e 1900 m di discesa.
Sulle spalle abbiamo un totale di 100 km, quasi 40 ore di cammino puro, circa 6300 metri di salita e 7300 metri di discesa.
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